Hanno deciso di farsi interrogare e far sentire direttamente al giudice dell’udienza preliminare la loro versione dei fatti e quanto sia distante dalla ricostruzione della procura e, soprattutto, da quella del grande accusatore Pietro Scavuzzo.
Il 21 ottobre gli ex numeri uno di Ferrara Fiere, Nicola Zanardi (avvocato Marco Linguerri) e il suo successore Filippo Parisini (avvocato Claudio Maruzzi), la direttrice Giorgina Arlotti (avvocato Silvia Fasolin) e l’imprenditore Angelo Rollo (avvocato Simone Bianchi) si sottoporranno dunque all’interrogatorio, prima che venga scelta qualsiasi altra strada processuale.
Martedì mattina, intanto, il pm Ciro Alberto Savino e la difesa di Parisini hanno depositato documenti che vanno in senso opposto tra loro sull’attendibilità di Scavuzzo, ex collaboratore di giustizia e che in Fiera aveva in mano l’appalto per l’allestimento degli stand. Il gup Carlo Negri ha però chiarito alle parti che non ha nessuna intenzione di fare un processo sull’attendibilità dello stesso Scavuzzo.
È lui, in ogni caso, il fulcro dell’indagine sulle tangenti in Fiera tra 2013 e 2017, è lui ad aver descritto a Guardia di finanza, carabinieri e procura un sistema in cui i vertici – Zanardi prima, Parisini poi – lo avrebbero costretto a pagar loro una mazzetta pari al 20% degli incassi della sua Europa Stand Srl, la società aveva l’esclusiva per l’allestimento degli eventi, più vari favori e regali personali.
Un sistema, quello raccontato da Scavuzzo, che prevedeva anche la creazione di una doppia contabilità per i bar – qui sarebbe coinvolta Arlotti – e un sistema di doppia emissione dei biglietti per gli eventi per fare del nero: qui sarebbe coinvolto anche l’imprenditore Rollo, che probabilmente sceglierà la strada del rito abbreviato: “Siamo sicuri di riuscire a dimostrare la nostra estraneità ai fatti – spiega l’avvocato Bianchi -. Abbiamo oggi depositato una consulenza che avvalla la nostra posizione”.
C’è poi la storia dei danni subiti dalle strutture della Fiera dopo un colpo con esplosione al bancomat della CariCento, avvenuto il 12 gennaio 2015, che Zanardi e Arlotti avrebbero pompato per ottenere un premio assicurativo più alto: anche questo è l’ex collaboratore di giustizia a raccontarlo.
I reati contestati, a vario titolo, sono quelle di concussione, peculato, contraffazione di pubblici sigilli.
A non farsi interrogare sarà invece Scavuzzo (assistito dagli avvocati Elisabetta Marchetti e Lorenzo Buldrini), che chiederà di essere giudicato con il rito abbreviato.
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